AFRICA - Il rapporto sui tre anni di vita dell’Alleanza Sahel, piattaforma di operazione internazionale per la stabilizzazione e lo sviluppo del Sahel, nata nel 2017 su impulso della Francia, della Germania e dell’Unione europea (Ue), è stato presentato ieri dai protagonisti dell’iniziativa, durante una conferenza virtuale.
L’iniziativa coinvolge ora 13 partner allo sviluppo, multilaterali e bilaterali. Il suo obiettivo principale è sostenere i paesi del G5 Sahel per fornire una risposta coordinata, comune, appropriata ed efficace alle sfide che devono affrontare. Sulla carta, l’Alleanza Sahel promette di finanziare 800 progetti a favore delle popolazioni, per un importo complessivo di 11,6 miliardi di euro.
Il panel della conferenza ha riunito ieri relatori di alto livello, tra cui rappresentanti il presidente del consiglio dei ministri del G5 Sahel, Ousmane Mamoudou Kane, diversi ministri della Mauritania, ma anche la ministra spagnola degli Esteri dell’Ue e della Cooperazione Arancha Gonzales Laya, il direttore della presidenza del Sahel della Fondazione per gli studi e la ricerca sullo sviluppo internazionale, Tertuis Zongo, il rappresentante speciale dell’Ue per il Sahel e il segretario esecutivo del G5 Sahel, Maman Sidikou.
Ousmane Mamoudou Kane ha dichiarato che “il G5 Sahel accoglie con favore i significativi progressi già compiuti nel quadro del partenariato dell’Alleanza Sahel e rimane fiducioso sulle sue promettenti prospettive, grazie alla rilevanza degli orientamenti e degli obiettivi definiti dalla sua presidenza”. In merito ai risultati raggiunti durante la presidenza mauritana nel campo della leadership politica e diplomatica nonché nel campo dello sviluppo, Kane ha ricordato l’organizzazione di diversi incontri internazionali a livello di capi di Stato e più di dieci riunioni ministeriali. “Questi incontri ci hanno permesso, in particolare, di portare avanti un intenso appello alla cancellazione del debito dei Paesi del G5 Sahel (Mauritania, Mali, Burkina Faso, Ciad e Niger, Ndr) per contrastare l’impatto della crisi sanitaria del covid-19 attraverso un maggiore sostegno in termini di sviluppo”.
Sulla moratoria del servizio del debito, avviata dal G20 per affrontare gli effetti economici e sociali della pandemia covid-19, Kane ha sottolineato che rimarrà insufficiente, finché questo “fardello” non sarà risolto una volta per tutte.
“Nell’ultimo anno, il G5 Sahel ha adottato un quadro per un impegno politico rafforzato, con il lancio dell’Integrated Priority Action Framework (Capi) e il lancio della coalizione per il Sahel”, ha aggiunto Kane, precisando che il G5 Sahel ha perseguito tre obiettivi nel campo della resilienza e delle infrastrutture: “migliorare le condizioni di vita delle popolazioni più vulnerabili; empowerment delle popolazioni in aree insicure; rafforzamento dell’integrazione regionale”.
Riferendosi alle iniziative di successo, il Presidente del Consiglio dei Ministri del G5 Sahel, ha citato, nell’ambito dell’Alleanza Sahel e del G5 Sahel, l’avvio di 18 progetti su 21, del programma di sviluppo di emergenza (Pdu) nei settori prioritari della resilienza, dell’acqua e della coesione sociale. Nell’ambito del Capi, il rafforzamento dei sistemi alimentari e nutrizionali delle popolazioni vulnerabili. Questa azione ha ricevuto un finanziamento dalla Banca africana per lo sviluppo (Afdb) per la lotta contro il covid-19 di 21,9 milioni di dollari.
“Stiamo valutando il lancio di un’altra operazione per supportare la resilienza dei giovani imprenditori con un finanziamento aggiuntivo di 4musd”, ha precisato Kane.
Sarebbe a buon punto il progetto di sviluppo territoriale integrato (Pati), nella zona centrale con un finanziamento di 16 milioni di euro da parte dell’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale e del Sahel. Il progetto di emergenza e sviluppo rurale nel Sahel, attualmente in fase di avvio, beneficia di un finanziamento dall’Ifad di 180 milioni di dollari per i paesi del G5 Sahel e il Senegal. Prosegue l’integrazione regionale con l’attuazione dell’accordo per l’eliminazione delle tariffe di roaming, il finanziamento da parte di Badea e Fades di progetti di tratti stradali e la finalizzazione dello studio di fattibilità del progetto ferroviario”.
Tra le aspettative espresse dalla presidenza di turno mauritana, la rimozione di tutti gli ostacoli organizzativi e amministrativi per accelerare l’attuazione dei progetti di sviluppo essenziali per la sopravvivenza quotidiana delle popolazioni, in particolare delle popolazioni rurali, che sono molto vulnerabili nel Sahel. [CC]