MALI – È questo, per esempio, – sottolinea ancora Oltremare – il caso del Mali, Paese che nel giro di pochi anni è passato da fragile modello di democrazia continentale (come veniva presentato almeno per il primo decennio di questo secolo) a esempio lampante di contraddizioni che hanno fatto la storia recente del continente: dopo la guerra in Libia, si assiste infatti al rientro di uomini armati che fino ad allora avevano ingrossato le fila dell’esercito di Muammar Gheddafi, alla spaccatura del Paese con il nord poi passato sotto il controllo di gruppi estremisti, a pronunciamenti militari e all’intervento della comunità internazionale.
“Per il Mali il turismo rappresentava la terza risorsa nazionale dopo l’oro e il cotone, con un contributo molto importante in termini di rimesse e posti di lavoro, ma oggi purtroppo non è più così” racconta Leonardo Francesco Paoluzzi, fondatore e amministratore di Kanaga, tour operator italiano che nonostante tutto ha mantenuto i suoi uffici a Bamako. “Siamo tra i pochi rimasti a Bamako – aggiunge – ma di fatto abbiamo esteso le nostre attività in altri Paesi e se prima del 2011 il Mali rappresentava il 95% delle nostre attività oggi non conta più dell’1% anche perché il clima di sicurezza, nonostante l’intervento della comunità internazionale, in realtà è andato progressivamente peggiorando toccando il culmine lo scorso febbraio con la chiusura delle ultime località di interesse turistico. Se a Timbuktú non si poteva più andare dal 2012, anche Djenné e altre città sono considerate poco sicure per il turismo”.
Traducendo questa situazione in numeri si ha la drammaticità del quadro e delle conseguenze per l’economia: secondo stime correnti, fino al 2011 in Mali operavano 500 imprese turistiche (anche se di queste 300 erano irregolari); oggi sono 12 le imprese turistiche regolari, ma solo tre lavorano ancora e una di queste è Kanaga. Se poi, come dice lo stesso Paoluzzi, si considera che una comitiva di 16 turisti occidentali consentiva di creare un stipendio dignitoso per 50/60 famiglie maliane si ha la misura dell’impatto che il crollo del turismo ha avuto sulla popolazione locale. [SEGUE]