LIBIA – “Sostegno allo sforzo libico nel continuare a migliorare gli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie nella consapevolezza che questi possono facilitare gli investimenti e quindi essere fattore di stabilità”. È questo un punto su cui insiste Paolo Sannella, Presidente dell’Istituto per la Promozione dell’Arbitrato e della Conciliazione nel Mediterraneo (Ispramed), alla vigilia della Terza Conferenza Internazionale sull’Arbitrato in Libia prevista il prossimo 19 novembre presso la sede della Camera di Commercio di Milano.
La Conferenza Internazionale sull’Arbitrato in Libia che si terrà a Milano il prossimo 19 novembre sarà la terza del genere ma sarà la prima sotto vari aspetti, in particolar modo per il fatto che si svolgerà in territorio europeo. Ambasciatore Sannella, perché l’Italia?
“In effetti, il Centro Libico per l’Arbitrato Commerciale Internazionale (Lcica) ha organizzato a Tunisi la Prima e la Seconda Conferenza Internazionale sull’arbitrato in Libia perché questo evento era difficilmente ospitabile a Tripoli. Queste due conferenze sono state essenzialmente aperte ai centri arbitrali del mondo arabo. Fino allo scorso anno, prima che Lcica chiedesse a Ispramed di organizzare la Terza Conferenza Internazionale nella sponda nord del Mediterraneo. Nell’organizzare questo convegno a Milano, vogliamo riaffermare il nostro pieno sostegno allo sforzo libico nel continuare a migliorare il sistema ADR ovvero le procedure di risoluzione delle controversie alternative al giudizio in tribunale. Questa conferenza, organizzata con la piena consapevolezza della struttura politica italiana, attraverso il Ministero degli Esteri e l’ambasciata italiana a Tripoli, e delle autorità politiche libiche, si propone come un incontro dal contenuto non solo tecnico ma anche politico. Da una parte, gli interventi puramente tecnici riguarderanno i vari passi di una procedura arbitrale e di come rendere tali procedure capaci di garantire la sicurezza e gli interessi delle parti. E dall’altra, riflessioni di carattere più economico e politico affronteranno la questione di come favorire la pace in Libia attraverso gli investimenti e gli scambi con la sponda nord del Mediterraneo”.
Quali sono gli obiettivi della Conferenza di Milano?
“Innanzitutto, attraverso la disamina del quadro legislativo e regolamentare che governa gli investimenti in Libia – in questo momento in grande difficoltà in quanto attraversata da una grave crisi istituzionale, politica, economica e militare – si intende confermare la volontà di Lcica sostenuta da Ispramed di avviare una vera e propria attività continuativa di assistenza e di formazione di tutti gli operatori del mondo arbitrale: magistrati, avvocati, imprenditori e amministratori pubblici dei settori della giustizia, dell’economia e dello sviluppo.
La conferenza si propone di rafforzare questa volontà di dare maggiore vigore al sistema di risoluzione alternativa delle controversie nel Paese.
Il secondo obiettivo è quello di coinvolgere il mondo delle imprese italiane ma anche internazionali, per creare strumenti che favoriscano gli investimenti e così contribuire al ritorno della pace anche da un punto di vista economico. Per ricostituire il tessuto socio economico locale, ci vogliono investimenti e per garantire quegli investimenti, ci vuole un fondo di assicurazione per i rischi di guerra, i rischi politici, e un sistema di risoluzione delle controversie come l’arbitrato”.
Può spiegare le garanzie conferite dalla procedura arbitrale alle aziende che operano all’estero?
“L’arbitrato si pone come alternativa alla giustizia ordinaria per la risoluzione di controversie commerciali con soluzioni efficienti, rapide ed economicamente sostenibili. È ormai opinione dominante a livello internazionale che il ricorso a strumenti agili e soprattutto consensuali – cioè scelti volontariamente dalle parti – faciliti la ricerca di una soluzione e il mantenimento di un clima pacifico tra gli attori del mondo economico, favorendo ulteriori investimenti, ulteriori scambi e quindi relazioni economiche di interesse crescente tra i partner. L’arbitrato (e ancor di più la mediazione), presupponendo per definizione una procedura di dialogo tra due operatori in conflitto tra di loro, qualunque sia il punto controverso del contratto tra le parti, è già una scelta pacifica. Io direi che è l’esempio stesso di come tutti i conflitti potrebbero essere risolti pacificamente, senza ricorrere alle armi. Esiste sempre un punto di intesa nelle controversie”. [CN]