AFR ORIENTALE – “L’Africa orientale sta cambiando. Queste trasformazioni potranno favorire una nuova crescita e quindi nuove opportunità”: Fabrizio Lobasso, ex ambasciatore italiano in Sudan e attualmente responsabile della divisione Corno d’Africa e Africa orientale della Farnesina, ci crede. Crede in una regione che, negli ultimi due anni, sembra volersi scrollare di dosso un passato fatto di tensioni, guerre e violenze diffuse per abbracciare una futuro fatto di collaborazione e crescita.
«Abbiamo assistito – continua Lobasso – a un cambiamento importante. Pensiamo ai rivolgimenti in Sudan che hanno portato alla nascita del Governo di transizione nazionale. Se poi guardiamo all’Etiopia, vediamo un Paese che, in poco meno di due anni, ha saputo, grazie al premier Abiy Ahmed, dar vita a una svolta democratica e avviare un processo di pace con la vicina Eritrea. e ci spostiamo alla Somalia, non possiamo non notare una nazione che, pur tra mille difficoltà, è riuscita a tracciare un bilancio economico e finanziario apprezzato dalla comunità internazionale”.
Una svolta che può tramutarsi in una grande opportunità per il nostro Paese. “L’Italia – osserva Lobasso – ha competenze importanti e riconosciute a livello internazionale che possono essere proficuamente spese in Africa orientale. Se dovessi indicare i comparti nei quali possiamo, da subito, offrire un grande contributo, mi vengono in mente l’agrobusiness, elemento importante per la crescita dei sistemi agricoli locali, ma anche la formazione in campo imprenditoriale, per accompagnare le piccole e piccolissime imprese che stanno nascendo, e il settore ambientale”.
Un sostegno che va inserito in un contesto più ampio di promozione del Paese. “La promozione dell’Italia – conclude Lobasso – deve puntare su una proposta che faccia leva sugli elementi culturali, economici, commerciali e di cooperazione allo sviluppo. E ciò va fatto in un’ottica circolare. Non è più possibile pensare a una cooperazione allo sviluppo slegata da interventi in campo economico e commerciale e, a loro volta, questi elementi non si tengono insieme se non offriamo di noi un’immagine che faccia leva sull’incontro tra culture. Tutto si tiene insieme e tutto può aiutare la nostra e la loro crescita”. [EC]