AFR OCCIDENTALE – Panettoni in Senegal: avete letto bene, nel 2019 c’è stato un boom di richieste del tipico dolce natalizio milanese. Ma il panettone è solo uno dei tanti esempi di prodotti italiani che hanno successo in Africa occidentale; piacciono anche i vini, la pasta, il pesto e la conserva italiana e, in generale, tutti i prodotti del Made in Italy.
Ad affermarlo è Barbara de Siena di Up2gether, società che accompagna le aziende italiane nel processo di internazionalizzazione nell’Africa occidentale francofona, intervenuta ad ‘Africa 2020, prospettive politiche ed economiche’, conferenza svoltasi la settimana scorsa a Milano e realizzata dalla rivista mensile Africa e Affari’ in collaborazione con Andersen Tax&Legal ed Ethiopian Airlines.
“Da anni – osserva Barbara de Siena –, in Africa occidentale l’economia cresce a ritmi costanti. Questa crescita ha determinato la nascita di una classe media che chiede sempre più prodotti di qualità che sappiano conciliare funzionalità e stile. Non solo, ma si stanno raffinando i gusti e, anche nel settore alimentare, c’è una richiesta di cibo di qualità. E ciò è ovviamente una grande opportunità per i nostri imprenditori. Le aziende italiane, tra l’altro, godono di una buona immagine perché sono slegate da un passato di colonialismo e neocolonialismo in questa regione”.
Da qui è nata la richiesta sempre più forte di prodotti tipici italiani. Fare affari in Africa occidentale, però, richiede strategie precise.
“Le aziende – continua Barbara de Siena- devono aver ben chiaro quali obiettivi perseguire e quali strade percorrere. Solo così è possibile ottenere un buon successo in questa regione”.
Proprio per favorire l’incontro tra Africa ed Europa, il 4 giugno si terrà a Milano ‘Business Together 2020’ un evento che metterà insieme imprese, enti, investitori e professionisti di Italia, Svizzera, Francia, Belgio, Senegal, Camerun, Costa d’Avorio, Congo Brazza e Rd Congo.
“Sarà un’opportunità per per imprenditori e operatori economici per parlare di partnership e investimenti – conclude de Siena -. Sarà anche un modo per presentare e discutere su progetti specifici, valorizzando anche quelli della diaspora”.
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